“Stavo seduta su quel seggiolino,
sola, smarrita, incompresa,
al contempo non comprendevo nulla di ciò che mi stava capitando,
sentivo solo il treno partire.
Non sapevo che un occhio amico
fosse lì in segreto ad osservarmi,
a seguirmi nel viaggio,
avevo solo una piccola valigia,
un bagaglio di ricordi,
una delusione nel cuore per un amore mai avuto.
E partiva il treno con il suo rumore,
rumore di ferro,
grigio,
freddo,
non sentivo però emozioni,
il mio cuore era arido,
cosi’ sprofondava l’anima nell’abisso buio.
Poi mura,
alte mura,
rinchiusi lì i ricordi del tempo che fu,
per anni,
troppi anni,
il cuore si strappava e
lo appoggiavo su un cuscino di spine.
Venne un giorno in cui,
un grande e bellissimo leone,
udi’ le mie urla di disperazione,
dai confini del non confine degli universi
venne a darmi sollievo con la sua forza,
il suo possente ruggito,
marchiandomi l’anima con l’impronta della sua zampa.
Da quel giorno non ebbi più paura
nel profondo dell’anima,
solo le paure dell’uomo.
Il leone visse con me molti anni,
un giorno lo donai con gratitudine ad un piccolo scrittore che ne aveva bisogno nella battaglia della vita,
affinchè il leone fosse al suo fianco.
Sempre.”
Agosto 2017.
A.P.
Andrea Porcelloni
Poeta e Scrittore